IL GELO DI LIPA

Sono quasi un migliaio i migranti che in questo momento si trovano abbandonati a loro stessi, nel gelo della Bosnia. Solamente l’ipocrisia Europea continua ad ignorare questo dramma umanitario che si trascina da anni. Il lager di Lipa si trova a circa 30 km dalla città di Bihac e a dicembre, a causa di un incendio doloso messo a punto da autorità  locali e residenti, circa 1000 persone vagano nei boschi a temperature polari e sommersi da nevicate eccezionali, in attesa che venga ricostruito di nuovo il campo. Il lager di Lipa è chiuso oramai da molte settimane e qualsiasi soluzione prospettata, compreso il trasferimento nel centro accoglienza di Bira,  costruito con uno stanziamento economico di 3,5 milioni di euro finanziato dalla UE e al momento mai utilizzato, ancora non si è reso possibile a causa di un connubio atroce tra istituzione e abitanti che violentemente si oppone all’accoglienza. PRIMA E SOLO I BOSNIACI sembra essere la versione Salviniana applicata in molti paesi attraversati dalla rotta Balcanica

Nel 2020 sono stati circa 16.000 i migranti arrivati in Bosnia-Erzegovina, e solo una minima parte di loro ha trovato qualcosa di simile a un  rifugio: la maggior parte è rimasta bloccata nel paese sia a causa dell’ulteriore chiusura delle frontiere per l’emergenza sanitaria, che dai continui respingimenti. In molti hanno provato strade alternative per oltrepassare i blocchi, ma aumentano vistosamente le denunce di coloro che, picchiati e derubati, vengono riportati indietro.

Gli APPELLI al rispetto dei diritti umani che la comunità europea sostiene di inviare continuamente al governo Bosniaco, lasciano oramai il tempo che trovano, cè bisogno di iniziative veloci, dirette e di sostegno per impedire questo massacro

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