ALITALIA – ITA

Alitalia- ITA
Le Istituzioni dello Stato,
anziché preoccuparsi di compiere il proprio dovere,
si comportano come o peggio degli avventurieri privati:
È ORA CHE SI DEFINISCA UNA LEGGE SULLA
RAPPRESENTANZA SINDACALE CHE TENGA
CONTO DEI CAMBIAMENTI AVVENUTI NELLA
SOCIETÀ E NEL MONDO DEL LAVORO.

E così ITA, in mano al 100% al Ministero dell’Economia e Finanza, si sbizzarrisce: l’amministratore
delegato fa il Marchionne in sedicesimo e pretende di cancellare il contratto nazionale, proponendo un
accordo che prevede ribassi salariali e perdita di importanti diritti e, continuando nell’emulazione
dell’illustre scomparso, decide di escludere dalle trattative sindacali la CUB Trasporti, rea, come
anche la quasi interezza degli esperti economisti e settori dell’informazione, di ritenere il decollo di
Alitalia-ITA esiziale per lavoratrici e lavoratori e fallimentare per gli interessi nazionali.

Ma non è solo in questa impresa che si distinguono i gestori della Repubblica, il Governo fa anche
peggio: con un decreto della vergogna tenta di eludere la vigente legislazione che tutela occupazione
e diritti dei lavoratori nei processi di cessione di ramo d’azienda, considerando migliaia di lavoratrici e
lavoratori alla stregua di ferrivecchi che possono essere abbandonati al loro destino, con impatti
drammatici pure sull’indotto e avalla che ITA, subentrando ad Alitalia, pretenda che i 10.500 lavoratori
della Compagnia di Bandiera italiana presentino un curriculum per partecipare ad una selezione
aperta a chiunque e svincolata dal rispetto di qualsiasi “clausola sociale”, per essere scelti nei 2800
da assumere.

Paradossale che la Vice Ministra Castelli al MEF si allinei con solerzia ed escluda la CUB Trasporti
dal tavolo della trattativa, perché l’organizzazione sindacale nutre più di qualche certezza sul fatto che
per chiudere Alitalia e con ITA distruggere qualsiasi ipotesi di rilancio del trasporto aereo italiano oltre
a caricare sulle spalle della collettività circa 3 mld. di euro, proponga la soluzione di spenderne
altrettanti per gli ammortizzatori sociali con l’unica prospettiva che, tra un paio d’anni, la Newco sia
ceduta Luftansa e nel frattempo le low-cost continuino ad arricchirsi sul mercato italiano.

Sia chiaro, perciò, che il Re è nudo: l’esclusione della CUB Trasporti dai tavoli delle trattative non ha
alcuna giustificazione, logica e/o giuridica, e risponde solo ai criteri dell’esclusione di chi esprime e
rappresenta idee ed esigenze divergenti.
Triste è il Governo che si manifesta con tali modalità e comportamenti.