TANTE PROMESSE E SPERGIURI SUL FUTURO DI ALITALIA
MA IL GOVERNO RIPARTE DALLO SPEZZATINO:
INACCETTABILE
Lo spezzatino è servito ma con ogni probabilità nessuno si avvicinerà alla tavola imbandita da Leogrande e Zeni, dimostrando che per Alitalia la NAZIONALIZZAZIONE RESTA L’UNICA ALTERNATIVA ALLA LIQUIDAZIONE nell’interesse dei lavoratori, del Paese e della collettività.
Eppure sono tre anni che, spesso nella quasi totale solitudine, Cub Trasporti ed AirCrewCommittee ripetono senza sosta che la NAZIONALIZZAZIONE È L’UNICA SOLUZIONE: se gli ultimi 3 Governi avessero avuto un minimo di senso della realtà in più, si sarebbe già investito per salvare e rilanciare Alitalia evitando di “bruciare” inutilmente poco meno di 2 mld di euro, di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro e di insidiare pericolosamente un asset strategico per il Paese e la collettività.
Dai due “lotti” del bando confezionato dai Gubidosiboys con la benedizione di Calenda, si è passati ai tre “lotti” preparati dalla coppia Leogrande-Zeni (Aviation, Handling e Manutenzioni… sul “resto” neppure una parola!), nonostante i solenni impegni dei Ministri Di Maio e Patuanelli: DI MALE IN PEGGIO, OTTUSAMENTE NELLA STESSA DIREZIONE DEL RIDIMENSIONAMENTO PERSEGUITO NEGLI ULTIMI 20 ANNI.
La definizione della scadenza del 18.3.2020 per la presentazione di eventuali manifestazioni di interesse e le modalità con cui è stato confezionato il bando stesso palesano che:
- nel cilindro del neo-Commissario AZ non ci sono i “benefattori” promessi ma al più qualche avido prenditore interessato a mettere le mani sul mercato italiano con il minimo sforzo;
- la situazione economica della Compagnia di Bandiera italiana è drammatica e aggravata da una emergenza che arriva dopo un 2019 archiviato con oltre 600 mln di perdite (vedi relazione del neo-Commissario spedita ai Presidenti di Camera e Senato), nonostante le fanfare sull’aumento dei ricavi e sulla prestigiosa opera dei Gubitosiboys orfani di un “capo” che ha abbandonato la nave da tempo.
Il bando appare una striminzita foglia di fico : un alibi per giustificare un intervento pubblico necessario ma che fin dall’inizio bisognava organizzare per salvare e rilanciare Alitalia, senza lasciare aperti i “buchi nel secchio” del bilancio AZ, finendo sotto la scure della UE.
EPPURE IL PERCORSO DA INTRAPRENDERE È DA TEMPO SUL TAVOLO DEGLI ULTIMI 2 GOVERNI CHE, PURTROPPO, HANNO PREFERITO CORRERE DIETRO A LUFTHANSA E DELTA, pur di non aprire “l’armadio della vergogna” dei conti AZ , fare pulizia e gettare le basi del rilancio AZ.
Oggi alla Nazionalizzazione guardano anche coloro che fino a ieri hanno sostenuto dogmaticamente le soluzioni di mercato e hanno favorito il ridimensionamento di Alitalia, accorgendosi che lo spazio sul mercato esiste e che non conviene al Paese rinunciare al controllo dei flussi turistici, quando riprenderanno, da/per l’Italia.
E’ ora che Patuanelli sgomberando il campo da ipotesi fallimentari di svendita, punti senza indugio al salvataggio ed allo sviluppo di Alitalia, CREANDO UNA COMPAGNIA DI BANDIERA CHE INCLUDA ANCHE LAVORATORI E ASSET DI AIR ITALY ED ERNEST, lasciate fallire di recente IN UN MERCATO DA REGOLAMENTARE ed in cui non c’è spazio perle ricche ed eterne concessioni aeroportuali, rendendo urgente una RIPUBBLICIZZAZIONE DEGLI AEROPORTI ITALIANI.
L’EMERGENZA DEL CORONAVIRUS NON PUÒ DIVENTARE UNA OPPORTUNITÀ PER CHI MIRA ALLA VENDITA DI ALITALIA E DEL TRASPORTO AEREO E
AL SACCHEGGIO DEI LAVORATORI, DEL PAESE E DELLA COLLETTIVITÀ
Roma 6.3.2020 C.U.B. TRASPORTI – AIRCREWCOMMITTEE