Da sempre bistrattato e pronto ad essere totalmente terziarizzato, oggi, durante l’emergenza coronavirus, il Contact center in house Alitalia torna ad essere protagonista. Infatti sono proprio i lavoratori Alitalia (nella quasi totalità donne) che, senza sosta, continuano quotidianamente a gestire la difficile crisi indotta dalla pandemia del Covid-19 attraverso la lavorazione di migliaia di cancellazioni e nuove prenotazioni: proprio in questi giorni ci risulta che le attività esternalizzate siano bloccate, tra cui quelle svolte presso la sede di Almaviva Palermo, in cui è stata riscontrata positiva al virus una lavoratrice. Mai come oggi si evidenzia la necessità di mantenere ed internalizzare tutte le attività connesse al call center Alitalia ma, senza indugio, prima di tutto va tutelata la salute delle lavoratrici e dei lavoratori! Come in tanti altri settori, rimangono totalmente inadeguate le nuove disposizioni di sicurezza diramate nell’intesa tra le parte sociali: è impossibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro tra le postazioni in cuffia come in tanti altri luoghi di aggregazione, inoltre scarseggiano sia le mascherine che gli interventi di sanificazione. La Cub Trasporti, da sempre contraria allo smart working come modalità di rapporto di lavoro, in questa fase emergenziale, in cui la tutela della salute dei lavoratori e della collettività deve essere posta come priorità, chiede ad Alitalia che si adoperi fin da subito nel concedere, ai lavoratori, la possibilità di svolgere le attività presso il proprio domicilio per tutto il periodo di durata dell’emergenza sanitaria. Se questo non avvenisse immediatamente, pregiudicando quindi le condizioni, previste anche dal decreto sulla tutela della salute, per contenere il contagio e quindi per svolgere le attività lavorative in sicurezza, la Cub, rimane disponibile a indire con effetto immediato l’astensione dal lavoro a difesa della salute delle lavoratrici e dei lavoratori nonché della collettività.