DIRITTI PER TUTTI, REPRESSIONE PER NESSUNO

Non ci può essere una solidarietà di serie A e una di serie B

Fatto salvo il diritto all’accoglienza e al sostegno delle migliaia di cittadini/e Ucraini che affollano le frontiere europee in fuga dalla guerra , non possiamo fare a meno di evidenziare come si stiano adottando due pesi e due misure nei processi di accoglienza a seconda degli interessi geopolitici ed economici del momento. I percorsi di regolarizzazione di migliaia di profughi provenienti dai numerosi conflitti che hanno interessato e continuano ad interessare, l’Africa, il Medio Oriente, sono puntualmente ignorati con mille ostacoli da superare, permessi di soggiorno rilasciati con il contagocce, rifiuti per il riconoscimento dello status di profughi di guerra, centinaia di morti nel Mar Mediterraneo, detenzioni lunghissime nei fatiscenti Centri di accoglienza, nessuna agevolazione economica per l’avvio al lavoro, tempi esagerati per la concessione della cittadinanza.

Allora, facciamo in modo che la guerra in Ucraina serva, almeno, per migliorare l’accoglienza di tutti i migranti, mettendo in atto strumenti e procedure che favoriscano il loro inserimento.

In tal senso, per l’esperienze che registriamo presso i nostri sportelli, segnaliamo:

·la positiva provocazione del comune di Bologna che, nel consiglio comunale del 22 febbraio scorso, ha deliberato la cittadinanza onoraria per undicimila bambini/, in evidente contrasto con il governo nazionale;

·il provvedimento in discussione presso la commissione degli Affari Costituzionali della Camera, conosciuto come IUS SCHOLAE, che prevede si possa acquisire la cittadinanza da parte del minore straniero nato in Italia che abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici.

Si tratta, in questo ultimo caso di un provvedimento che difficilmente vedrà la luce in tempi brevi, basta registrare il grande numero di emendamenti contrari, presentato dalla maggior parte dei partiti dell’arco costituzionale. Tuttavia indispensabile se, come risulta dai dati ISTAT registrati alla fine del 2018, i ragazzi stranieri sotto i diciotto anni residenti nel nostro paese sono poco più di un milione e la quota dei nati in Italia supera il 90% nella classe di età.

E’ tempo di uscire dal torpore, di promuovere iniziative dal basso, capaci di raccogliere consensi. Con questo spirito e per realizzare la necessaria mobilitazione, la CUB Immigrazione si rivolgerà ai vari gruppi, associazioni, sindacati di base e sensibilità diffuse.

CUB Immigrazione Roma