ALITALIA
I COMMISSARI AZ AVVIANO LE PROCEDURE DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO
PER 2668 DIPENDENTI AZ SU 2840 IN FORZA
E’ SOLO DRAMMA SOCIALE E DEINDUSTRIALIZZAZIONE:
I GOVERNI SI SONO SUSSEGUITI MA NON è MAI STATA RIMESSA IN DISCUSSIONE
LA SCELTA DI CEDERE IL CONTROLLO DEL TRASPORTO AEREO ITALIANO
E’ iniziato il conto alla rovescia per i lavoratori rimasti in Alitalia Sai in A.S.: 1515 Assistenti di Volo, 293 Piloti e Comandanti, 280 impiegati di “staff”, 111 addetti delle manutenzioni e 469 delle attività di “ground”. Entro 45 giorni dall’apertura delle procedure di licenziamento collettivo (1.12.2023) i 2668 lavoratori AZ riceveranno la lettera di preavviso di licenziamento.
Bontà loro, Commissari e Governo hanno previsto di lasciare ai lavoratori AZ la sola scelta se “anticipare” l’uscita dall’organico di Alitalia Sai in A.S. e fruire da subito della Naspi (integrata dal FdS del Trasp. Aereo fino all’80% della retribuzione percepita prima della “sospensione”) o se restare in cigs fino al 31.10.2024 (…integrata dallo stesso Fondo fino al 60%, con un “massimale” definito da un recente Decreto), prima di accedere alla Naspi stessa per 24 mesi e alle stesse condizioni citate.
Delle fantomatiche politiche attive non resta che qualche ridicolo annuncio che, come in passato, resterà
tale e senza permettere che si concretizzino le ricollocazioni che non possono che essere previste all’interno del comparto aereo-aeroportuale, in copiosa espansione, nonostante lo smembramento di Alitalia.
Con gli attuali circa 3000 licenziamenti, in 15 anni sono stati espulsi da Alitalia poco meno di 15 mila dipendenti e la Compagnia di Bandiera è passata dai quasi 250 aeromobili del 2008 agli attuali circa 75 di ITA: UN ENORME DISASTRO SOCIALE E INDUSTRIALE
I numeri parlano chiaro: le scelte dei Governi che si sono succeduti da oltre 20 anni non hanno mai voluto mettere in discussione il diktat della De Palacio, Commissario UE ai Trasporti nel 2000, che indicava, ad eccezione di Lufthansa, Air France e British Airways, un ruolo ancillare per tutti i restanti vettori nazionali/compagnie di Bandiera, compresa Alitalia, peraltro strangolata dall’espansione delle low-cost.
Per non parlare dei sindacati main-stream: imbelli spettatori, se non complici, di una devastazione sociale e industriale che non ha lasciato scampo ai lavoratori ed agli interessi della collettività, ad eccezione di quelli ben tutelati della casta aziendal-sindacale, fatta da mezzetacche che “firma-dopo-firma” hanno avallato l’epilogo suddetto e che ora si cimentano in stucchevoli e lacrimose dichiarazioni a sostegno di chi resterà senza lavoro e, presto, senza reddito.
Nonostante tutto ciò, il tentativo di cedere il controllo del ricco mercato italiano a Lufthansa non è detto
che si concretizzerà, nonostante gli sforzi di Meloni&Co che hanno addirittura pensato bene di scodellare una vergognosa norma per provare ad impallinare i ricorsi dei lavoratori che non sono passati in ITA, peraltro in difficoltà economica, a fronte di un piano industriale ridicolo e privo di logica.
La categoria, spesso intontita dalle promesse della politica e dei sedicenti “sindacalisti”, talvolta anche annichilita dalle sconfitte subite, dall’insipienza istituzionale nostrana e dall’arroganza della UE, troverà la
forza e le motivazioni per continuare a sostenere l’opportunità e la necessità che si attui un vero rilancio del Trasporto Aereo nazionale.
La vertenza dei lavoratori AZ, quindi, continuerà nelle aule di tribunale ma anche nelle piazze.
PIÙ CHE UNA PROMESSA È UNA NECESSITÀ NELL’INTERESSE DI MIGLIAIA DI LAVORATORI E DELLA COLLETTIVITÀ.
CUB Trasporti