In queste settimane di piena crisi sanitaria in cui continuano a moltiplicarsi in maniera esponenziale i numeri dei nuovi positivi da Covid-19, e di conseguenza dei ricoveri, delle terapie intensive e dei decessi, il trasporto pubblico locale non solo non ne è rimasto immune, ma è uno dei settori più a rischio rispetto alla diffusione e al contagio del virus. I lavoratori del Tpl di Roma e Lazio (Atac, Roma Tpl, Cotral), svolgono un servizio essenziale a favore della cittadinanza e dall’inizio della pandemia denunciano la mancanza di adeguati dispositivi di sicurezza individuale come anche delle dovute prescrizioni per ridurre al minimo il rischio di trasmissione e contagio sui mezzi di trasporto (bus, metro, tram). Cominciano a essere troppi, tra i colleghi, coloro che sono costretti all’isolamento fiduciario o che hanno contratto il virus, fino a giungere alla triste notizia del decesso di un collega della Metro, inoltre i tempi di attesa, sempre più lunghi, per effettuare e ricevere referto dei tamponi, sta nei fatti vanificando ogni tentativo di tracciabilità dei positivi, mettendo in luce anche il fallimento dei protocolli di sicurezza presentanti ai lavoratori come una panacea. Non da ultima, è risultata nefanda la scelta di aumentare la capacità dei mezzi fino all’80% in concomitanza della riapertura delle scuole (14 settembre), e ora la diminuzione al 50 % e il potenziamento del Tpl romano attraverso l’utilizzo di pullman gran turismo (9 novembre), è avvenuto con ingiustificato ritardo e potrebbe non essere sufficiente. Come Cub trasporti abbiamo presentato una denuncia agli enti competenti ma senza l’adeguata e celere risposta, metteremo in campo tutte le iniziative sindacali a nostra disposizione a tutela della salute, dell’occupazione e del reddito dei lavoratori, come avvenuto durante la giornata di sciopero del 23 ottobre a cui hanno aderito i lavoratori del Tpl di Roma e Lazio.
Per la Segr. Provinciale Cub trasporti Roma Daniele Cofani