Il Comune ci ripensa: no agli AEC a domicilio

Il Comune di Roma comunica la revoca dell’iniziativa di trasformare le ore di assistenza educativa, che non possono essere svolte a causa della chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, in assistenza domiciliare. L’Assessora, Veronica Mammì, che aveva preso questa decisione a seguito delle richieste delle Cooperative dei Municipi, ha dovuto cambiare idea a causa della reazione delle operatrici e degli operatori, che hanno sollevato critiche circostanziate.

Nella mattinata di oggi l’Assessorato ha incontrato il Comitato Romano AEC, di cui CUB fa parte, che ha chiarito i motivi per cui l’assistenza domiciliare non è compatibile con il lavoro di inclusione e di sostegno educativo degli alunni disabili, che viene svolto in collaborazione con l’insegnate di sostegno e che si basa sulla condivisione del Piano Educativo Individuale e sul rapporto con la classe.

Inoltre, l’assistenza domiciliare sarebbe incompatibile anche con le disposizioni previste dal DPCM del 4/3/2020, per il contenimento del contagio da COVID 19, e metterebbe a rischio la salute e la sicurezza di operatori e utenti.

Abbiamo vinto la prima battaglia, ma resta aperto il problema della retribuzione del periodo di inattività forzata, dovuto all’emergenza sanitaria. Continueremo a lottare affinchè venga riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori lo stipendio pieno, a partire dal primo giorno di chiusura delle scuole!