Probabilmente alcuni sindacati sono poco abituati ad ascoltare la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, altrimenti non si spiegherebbe la difesa a spada tratta della gestione del servizio OEPAC nei due anni di sperimentazione dell’accreditamento.
Il tanto esaltato riconoscimento del livello D1 e del diritto al pasto, peraltro solo se si accompagna il bambino o la bambina a mensa, sono diritti minimi, assolutamente insufficienti a compensare le condizioni di sfruttamento e precarietà che vivono gli operatori e le operatrici che, ogni giorno, lavorando a stretto contatto con il personale docente, consentono alle alunne ed agli alunni con disabilità di esercitare pienamente e concretamente il diritto all’istruzione.
É solo grazie alle mobilitazioni e agli scioperi dei mesi scorsi che le operatrici e gli operatori hanno ottenuto che fosse messo nero su bianco il diritto al pagamento integrale delle ore previste dal contratto di lavoro (un diritto basilare ed indiscutibile che, tuttavia, alcune cooperative cercano ancora di ignorare), dopo settimane in cui si veniva rimandati a casa in caso di assenza del bambino/a oppure si era costretti a spostarsi da una scuola all’altra, per poter avere la garanzia della retribuzione.
Tra qualche giorno, inoltre, l’anno scolastico sarà terminato e, come ogni anno, le operatrici e gli operatori dovranno affrontare tre lunghi mesi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali, cercando di accaparrarsi qualche ora nei centri estivi.
L’unica forma di sostentamento prevista è un bonus di 550 euro complessivi, che, per di più non arriverà prima di dicembre.
In questa situazione, non si può restare a guardare!
Giovedì 30 Maggio, alle ore 16.30, saremo nuovamente in Piazza del Campidoglio per chiedere garanzie all’amministrazione sul servizio OEPAC e su tutti gli altri servizi sociali in appalto.
Continueremo, inoltre, in tutte le sedi opportune, la nostra lotta, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, per rivendicare l’internalizzazione dei servizi educativi e socio assistenziali, perché solo un lavoro stabile e dignitoso può garantire un livello di assistenza adeguato alle persone fragili.
CUB Scuola, Università e Ricerca di Roma