La pandemia, che sta flagellando da mesi l’ntero pianeta, ha fatto emergere tragicamente la fragilità del nostro sistema economico e sociale.
Abbiamo vissuto mesi drammatici a causa di politiche che, nel corso degli anni, hanno smantellato il sistema sanitario e il welfare, in nome del profitto di pochi.
In trent’anni il SSN ha perso 37 miliardi, tra tagli e minori investimenti; l’aziendalizzazione e il sistema delle esternalizzazioni hanno progressivamente svuotato di strumenti e competenze la sanità pubblica e impoverito i lavoratori.
L’emergenza sanitaria è strettamente interconnessa alla crisi climatica. Il riscaldamento globale, la distruzione di interi ecosistemi, lo sfruttamento del territorio, la deforestazione di ampie zone del pianeta, l’industrializzazione della produzione, sono direttamente collegati alla diffusione di epidemie, che la velocità degli spostamenti diffonde rapidamente in tutto in mondo.
Ci restano pochissimi anni per cercare di contenere gli effetti nefasti che il sistema capitalista ha provocato negli equilibri biologici.
La pandemia ha inasprito le disuguaglianze sociali e ha dimostrato che è necessario riprogettare completamente il sistema socio-economico, partendo dalla cura di sé e dell’altro, e riappropriandoci dei beni comuni (acqua, energia, sanità, istruzione, trasporti, telecomunicazioni).
In questi mesi abbiamo ri-scoperto che le attività veramente indispensabili sono quelle meno retribuite.
Non possiamo più attendere!
Il SSN deve essere completamente riorganizzato, per garantire a tutte e tutti il diritto alla salute; la tutela dell’ambiente deve essere posta al centro dell’azione politica; è necessario ripensare il welfare, affinché venga ridistribuito il lavoro di cura e vengano socializzate le attività indispensabili.
Per questi motivi la CUB Sanità raccoglie l’appello di Medicina Democratica e aderisce alla campagna “La salute non è una merce, la sanità non è un’azienda”.
Sosteniamo la lotta per una società più giusta e per una vita dignitosa!