Da oggi scioperare nel mondo della scuola, dell’università e della ricerca sarà ancora più difficile. Di questo dobbiamo ringraziare i soliti firmaioli di ogni pretesa datoriale, cgil cisl uil snals gilda, cui si è festosamente unito il sedicente “giovane sindacato” anief.
Costoro hanno sottoscritto ieri, dopo quasi un anno di trattative, l’ennesimo accordo a perdere di cui nessuno sentiva il bisogno, a parte il Governo, l’Aran, e la Commissione “di Garanzia” per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Con esso, alle molte limitazioni già esistenti, si aggiunge che:
- non sarà possibile scioperare i primi cinque giorni di settembre, e i primi tre giorni dopo le pause natalizia e pasquale;
- sale da 7 a 12 giorni lavorativi l’intervallo tra due azioni di sciopero;
- Le diverse azioni di sciopero dovranno essere contenute in modo da assicurare comunque l’erogazione, nell’anno scolastico, di un monte ore non inferiore al 90% dell’orario complessivo di ciascuna classe;
- si scippa alle RSU il compito di contrattare con il DS i contingenti minimi e lo si assegna alle strutture provinciali dei sindacati che hanno firmato questo accordo;
- la comunicazione sullo sciopero inviata alle famiglie dovrà indicare i dati sulla rappresentatività nazionale delle organizzazioni che indicono lo sciopero, le percentuali di adesione agli scioperi già indetti dalle stesse e i voti ottenuti alle ultime elezioni RSU. Quanto ciò sia rilevante è dimostrato dallo sciopero indetto da cgil-cisl-uil-snals-gilda l’8 giugno scorso cui aderì lo 0,47% degli addetti;
- si rimanda al prossimo CCNL l’impegno a definire altre forme di astensione collettiva, quali lo sciopero “virtuale”, geniale invenzione per cui si sciopera e si rinuncia allo stipendio ma si lavora!
Complimenti, un anno di trattative per giungere all’ennesima limitazione di diritti e tutele! Un anno che a nostro avviso si sarebbe dovuto spendere sia battendosi per tutelare davvero i lavoratori e le lavoratrici al tempo della pandemia e della DAD, sia per adeguare stipendi che in 12 anni hanno visto un aumento medio lordo di 80 euro.
I nostri prodi, invece, si sono mostrati ancora una volta indifferenti a simili miserie umane e hanno preferito volare alto, alla ricerca di tavoli di confronto esclusivi che anche questo accordo concede loro istituendo l’ennesima Commissione Paritetica tra Aran, Ministero dell’Istruzione e Sindacati firmatari per il controllo della sua attuazione.
CUB Scuola Università e Ricerca