Come ogni anno, molte colleghe e colleghi precari ci segnalano preoccupanti
ritardi nel pagamento degli stipendi di settembre e ottobre.
Il Ministero, che gioca come al solito a scaricabarile, si è giustificato attribuendo alla Corte dei Conti la responsabilità dei ritardi e promettendo una prossima emissione per il 19 novembre. Resta comunque il fatto che i salari degli insegnanti italiani oltre ad essere tra i più risibili d’Europa, ai precari arrivano anche in colpevole ritardo.
È bene ricordare che nella scuola i docenti non di ruolo rivestono un ruolo fondamentale, rappresentando circa il 25% del personale, eppure sono continuamente vessati da un trattamento negligente e dall’inconcepibile disparità
di trattamento con i colleghi di ruolo, sia per quanto attiene la retribuzione (i precari non partecipano alla progressione per anzianità), sia per i diritti (ferie, permessi, retribuzione della malattia).
Gli oltre centomila precari, il cui lavoro è indipensabile per tenere in piedi la scuola italiana non possono essere costretti a lavorare gratuitamente! Per loro esigiamo l’immediata corresponsione degli stipendi dovuti e li invitiamo a segnalarci la loro situazione in modo da procedere alle necessarie diffide nei confronti degli Uffici scolastici e delle Ragionerie dello Stato competenti per territorio e da avviare le opportune iniziative di mobilitazione.
LA RETRIBUZIONE È UN DIRITTO E IL LAVORO VA PAGATO SEMPRE, ANCHE DALLA SCUOLA PUBBLICA STATALE!
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